lupin 3 la serie tv: dal pilot film alla teza serie
lupin 3 la serie tv: dal pilot film alla teza serie
LUPIN III-PILOT FILM
Il Pilot Film di Lupin III è stato realizzato nel 1969 da TMS Entertainment – studio di animazione noto per Carletto il principe dei mostri e Mimì e la nazionale di pallavolo – con l’obiettivo di convincere Monkey Punch ad autorizzare la produzione di un adattamento animato ispirato al suo manga con protagonista il simpatico ladro gentiluomo.
Il cortometraggio, della durata di tredici minuti, è stato girato in due differenti versioni: la prima in Cinemascope, proiettata nel 1978 in abbinamento al film La pietra della saggezza, mentre la seconda in 4:3 è stata trasmessa in televisione solamente nel 1988.
Più che offrire una vera e propria trama, l’episodio pilota si concentra sui vari personaggi e sulle caratteristiche di ognuno. La scena si apre con Lupin che sfida apertamente l’ispettore Zenigata con una telefonata: la beffa è che la chiamata proviene da una cabina di fronte alla centrale di polizia. Conosciamo così per la prima volta la furbizia e l’eleganza del ladro gentiluomo, l’abilità con le armi di Jigen, l’avvenenza e il carattere forte di Fujiko Mine e il loro rifugio.
Come nel manga, inizialmente Goemon Ishikawa non fa parte della banda, ma è anzi un pericoloso assassino che cerca di ostacolare il gruppo di criminali; in questo episodio collabora addirittura con Zenigata nel tentativo di catturare il protagonista, che riesce ad avere la meglio grazie alle sue doti di trasformismo e all’utilizzo delle maschere, mescolandosi tra i poliziotti per poi liberare i suoi compagni con un gigantesco aquilone, stratagemma preso in prestito dal capitolo a fumetti intitolato Momento critico.
Nonostante la breve durata del film pilota, al suo interno si possono già trovare tutti gli elementi che definiranno il futuro della serie: scene d’azione, comicità e anche un pizzico di erotismo. Il regista Masaaki Osumi (che aveva già lavorato per TMS su Carletto e Mimì) non si adagia su una messa in scena scontata, ma si approccia a questo corto con una forte impronta cinematografica fatta di primi piani, zoomate e inquadrature inclinate.
La colonna sonora che accompagna le scene con brani jazz dà una forte identità al prodotto finale, anticipando le musiche di successo di Yuji Ono; un contributo non da poco, dato che era necessaria una forte sensibilità per capire le potenzialità dell’opera e valorizzarla considerando che il fumetto veniva pubblicato solo da un paio di anni e non era ancora diventato un fenomeno presso il grande pubblico.
Il progetto era ambizioso e per questo furono chiamati gli artisti più affermati dello studio d’animazione: oltre al regista Osumi lavorarono al pilot il character designer Tsutomu Shibayama (Doraemon, Ranma 1/2) e il direttore delle animazioni Yasuo Otsuki (Conan il ragazzo del futuro, La grande avventura del piccolo principe Valiant).
Completare questo corto richiese più tempo e denaro del previsto, perciò l’iniziale idea di produrre un lungometraggio con la Toho sfumò, a causa di un budget eccessivo e un pubblico di riferimento ristretto per via delle tematiche adulte. TMS decise allora di contattare Yomiuri TV per farne una serie animata… e il resto è storia.
Passò una decina di anni prima che il Pilot Film venisse visto dal pubblico, ma alcune scene furono utilizzate per la prima opening dell’anime televisivo.
LUPIN III-LE AVVENTURE DI LUPIN III
Il Pilot Film di Lupin III ha mostrato a Yomiuri TV le potenzialità del personaggio permettendo così di avviare la produzione di una serie animata, la prima di una lunga carriera televisiva.
La messa in onda avviene nel 1971, ma dopo la trasmissione delle prime due puntate vengono richieste alcune modifiche per alleggerire il tono, ritenuto troppo adulto; il regista Masaaki Osumi (che aveva diretto anche l’episodio pilota) si rifiuta e viene per questo sollevato dall’incarico. A sostituirlo sono chiamati Hayao Miyazaki e Isao Takahata, futuri pilastri dello Studio Ghibli, all’epoca due giovani animatori reduci dal fallimento di un progetto per un anime dedicato a Pippi Calzelunghe: saranno loro a occuparsi della regia, anche se ognuno ha già una propria visione personale, che si traduce in due diverse impronte stilistiche, alle quali si aggiungono gli strascichi dell’impronta iniziale di Osumi.
In principio, Lupin III avrebbe dovuto essere una serie molto più adulta, decisamente più vicina ai toni del manga di Monkey Punch, ma le modifiche sollecitate rendono i personaggi più solari, un’allegra combriccola di amici, con Zenigata simpatico avversario. Inoltre, vengono rimosse le sequenze erotiche previste in origine. L’anime passerà alla storia come “la serie dalla giacca verde”, per via dell’indumento del protagonista, che cambierà colore nelle incarnazioni successive.
Per quanto riguarda le trame, ci sono vicende completamente originali e fedeli adattamenti dei capitoli del manga, come l’episodio La barriera invisibile ispirato a Il mago, o Il segreto delle tre pergamene, che riprende le tre storie Colpo di karate, Iniziazione alle arti marziali e Un giorno senza crimini.
Non è raro trovare alcune sequenze o elementi del manga ripresi all’interno di storie animate differenti: il missile nucleare sott’acqua, che nell’epilogo de Il terzo sole precipita a causa della presenza di Fujiko, proviene dal capitolo Numero acrobatico, mentre l’ambientazione del Gran Premio di Montecarlo vista in Dead Heat nel fumetto è lo scenario del primo episodio, Trappola su quattro ruote.
Pur non mantenendo i virtuosismi grafici e la regia di qualità del pilota, Le avventure di Lupin III riesce comunque a spiccare sulle altre produzioni animate dell’epoca. Da sottolineare la presenza di storie drammatiche come Il terzo sole, in cui il protagonista assiste impotente alla morte di Linda.
La produzione travagliata traspare a causa della scarsa omogeneità, fattore evidente osservando Fujiko, che viene rappresentata con due diverse acconciature a seconda del regista al lavoro sull’episodio; l’identità del personaggio è resa ancor più complessa nella traduzione italiana: in un doppiaggio viene chiamata Margot e in un altro conserva il nome originale, facendo credere al pubblico nostrano che si tratti di due donne differenti.
LUPIN III-LE NUOVE AVVENTURE DI LUPIN III
Dopo il successo della prima serie animata, il ladro gentiluomo tornò sul piccolo schermo con Le nuove avventure di Lupin III, serie composta da ben centocinquantacinque episodi trasmessi tra il 1977 e il 1980.
La richiesta era talmente elevata che la produzione fu costretta a commissionare il lavoro a quattro diversi studi di animazione, ognuno caratterizzato da un proprio stile grafico; dal punto di vista estetico il risultato non è dunque eterogeneo, con diversi character design che si alternano senza soluzione di continuità.
Con l’enorme quantità di materiale di riferimento fornito dal manga originale firmato da Monkey Punch (di ritorno con una seconda serie a fumetti in concomitanza con il lancio del nuovo anime), viene da chiedersi perché solo un quarto degli episodi sia ispirato alle avventure cartacee; sono infatti presenti adattamenti ispirati – Gli squali meccanici, La banda dell’Himalaya, L’invincibile spada, Lavoro di squadra e Lo scambio di corpi – mentre altre vicende prendono spunto da avventure del manga per andare in direzioni differenti, come Lupin venduto all’asta o Manon la poliziotta.
La longevità della serie consentì agli autori di approfondire anche i comprimari e di non concentrarsi esclusivamente sul protagonista. Il duello di Jigen ci mostra ad esempio un feroce scontro tra il pistolero e il potente Stoneman; Un triste addio lo vede invece innamorarsi di una ballerina russa, mentre I cappelli di Jigen ci svela che il segreto della sua abilità con la pistola risiede nel prendere la mira con la falda del copricapo.
Purtroppo alcuni personaggi non godono di una caratterizzazione altrettanto curata: Fujiko è sempre più bisbetica, mentre Zenigata è una macchietta che insegue Lupin per poi disperarsi a ogni sua morte apparente.
I toni graffianti e maturi di Monkey Punch hanno ormai lasciato il posto a un prodotto rivolto principalmente all’infanzia; gli agguati sessuali e le molestie di Lupin sono diventati tentativi di ottenere a malapena qualche bacio o… richieste di matrimonio! Ma viene meno anche la natura criminale del personaggio tramite soluzioni narrative volte a farlo apparire una figura positiva: dovrà infatti fermare minacce più pericolose per la società, malviventi che si spacciano per lui, aiutare bambini o vecchiette bisognose, commettere furti per sanare ingiustizie… la trasformazione in novello Robin Hood è ormai compiuta: Lupin è diventato un modello accettabile anche per i più giovani.
Se le trame originali si concentrano soprattutto su viaggi nelle varie nazioni del mondo o su tesori legati a grandi personaggi storici, alcune vicende spiccano per la loro assurdità: come Lupin contro Superman, episodio chiaramente concepito rapidamente per sfruttare il successo del film con Christopher Reeve, o il team-up Folle amore a Versailles in cui appare Lady Oscar, operazione promozionale per l’anime che avrebbe debuttato dopo qualche settimana sulla medesima emittente nipponica, NTV.
LUPIN VIII
A inizio anni Ottanta, dopo il successo della serie televisiva Le avventure di Lupin III, i produttori misero in cantiere un seguito ambientato nel futuro che avrebbe mostrato un protagonista di cinque generazioni successivo al ladro gentiluomo creato da Monkey Punch.
Ambientato in un XX Secolo fantascientifico, Lupin VIII doveva essere rivolto a un target giovane e occidentale, per cui scomparì ogni elemento che avrebbe potuto urtare la sensibilità dei bambini: il personaggio principale non è un criminale ma un detective freelance; Jigen tiene in bocca un lecca lecca invece della sigaretta; Zenigata ha una pipa che si rivela essere un trasmettitore miniaturizzato; nessuna traccia della minima pulsione sessuale da parte di Lupin, così come Fujiko non si scopre mai approfittando delle sue forme, caratteristica distintiva della sua controparte passata.
L’ambientazione futuristica si traduce nelle macchine volanti, nell’astrodirigibile dove il protagonista ha la base operativa della sua compagnia investigativa, nella pistola laser di Jigen e nella spada degna di un Jedi usata da Goemon (entrambe armi che hanno il “vantaggio” di non provocare spargimenti di sangue, per la gioia dei censori). Viene da chiedersi perché il discendente di Zenigata dia la caccia a Lupin VIII assieme ai suoi poliziotti robot, dato che non è un ladro, ma la serie non sembra farsi troppi problemi nel ricreare in maniera superficiale le dinamiche delle serie precedenti senza spiegazioni.
Il progetto coinvolse Shingo Araki (Lady Oscar, I Cavalieri dello Zodiaco) come character designer, mentre la regia pare esser stata curata da Rintaro (Capitan Harlock, Metropolis), anche se questa voce non è mai stata confermata. La lavorazione dell’anime si concluse in una frase preliminare, visto che il progetto era stato avviato senza controllare l’effettiva disponibilità dei diritti del personaggio; gli eredi di Maurice Leblanc non volevano un’ulteriore opera collegata all’originale Arsène Lupin e impedirono alla produzione di proseguire. In quel periodo lo staff stava lavorando su una manciata di episodi, di cui uno solo era già stato completamente animato, distribuito soltanto pochi anni fa come OAV.
LUPIN III- LUPIN L'INCORREGGIBILE LUPIN
Dopo la conclusione di Le nuove avventure di Lupin III, nel 1980, furono necessari quattro anni perché il Ladro Gentiluomo tornasse sul piccolo schermo. Il fallimento del progetto Lupin VIII spinse TMS a tornare sul personaggio che aveva raccolto tanti consensi nel decennio appena trascorso, questa volta vestito con una giacca rosa.
Dal punto di vista delle atmosfere, Lupin, l’incorreggibile Lupin si avvicina molto al manga originale, accantonando la versione edulcorata della serie precedente: il protagonista è di nuovo un vero e proprio criminale – e non più un eroe sotto mentite spoglie – con tanto di appetito sessuale che caratterizza la versione cartacea. Anche visivamente lo stile grafico è più vicino al tratto sporco di Monkey Punch, con volti allungati, le caratteristiche fossette sui menti di Lupin e Jigen, e una Fujiko dall’aspetto più grazioso e meno prorompente.
Anche questa serie venne affidata a diversi team di animatori che non riuscirono a mantenere un look omogeneo tra un episodio e l’altro, nonostante il character design dalla forte identità firmato da Shingo Araki.
L’ambientazione è prevalentemente americana, e sembra riprendere la saga San Francisco del manga; tra gli altri episodi liberamente ispirati al fumetto spiccano La torre degli angeli, derivato dal capitolo Biglietto dell’Inferno, o Giù le mani dal tesoro, che adatta L’occasione fa l’uomo ladro e L’occasione fa il ladro uomo. Un’occasione sprecata è certamente rappresentata da Il mistero del quadro, che prende spunto da La spada della vendetta, uno dei momenti più emozionanti di tutto il manga, ma il rapporto tra il samurai Goemon e un bambino morente viene ricreato in modo superficiale, lasciando spazio a un’avventura simile a molte altre.
La fusione tra la serietà del Lupin in giacca verde e la comicità slapstick della giacca rossa non incontrò l’approvazione del pubblico, spingendo lo studio d’animazione a virare nella seconda metà dell’opera verso i toni più cartooneschi della serie precedente; non vengono raggiunte le vette degli episodi migliori, ma la qualità media rimane costante (con un leggero calo nel finale, per quanto riguarda la realizzazione tecnica).
Re: lupin 3 la serie tv: dal pilot film alla teza serie
Se ho dimenticato altro,aggiungete. Grazie
Re: lupin 3 la serie tv: dal pilot film alla teza serie
Grandissimo domenico bel topic sto caxxi
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti